In questi giorni è uscito un articolo sul “Giornale di Treviglio” che mi riguardava. Il giornalista, bravo devo dire, ha riportato il mio parere favorevole alla realizzazione dell’autostrada nonostante la Brebemi stia cambiando la mia vita e quella dei miei familiari. Ancora oggi, intorno a me ci sono solo campi; tra pochissimo, il casello della Brebemi a Bariano mi passerà praticamente dentro casa. Eppure sono favorevole al progetto, ma voglio spiegare meglio il perchè (anche se potrà interessare a pochi).

La Lombardia è la regione più ricca d’Italia e una delle più sviluppate d’Europa e del mondo. Io vivo qui; i miei figli vivono qui. Da qualche anno la crisi minaccia il benessere della regione che comincia a manifestare segnali negativi nella crescita e nell’occupazione. Vero è che il mondo sta cambiando: la Cina cresce al ritmo del 10% all’anno, gli Stati Uniti al 4%, l’Europa occidentale al 2%, l’Italia all’1%. La ricchezza si sta spostando dal mondo occidentale a quello orientale e, in questo processo, l’Italia è il paese che corre i maggiori rischi. Tra pochi anni (nel 2020) usciremo dal novero dei 10 paesi piu avanzati del pianeta e saremo rimpiazzati dal Messico: siamo destinati a un lento ma inesorabile declino che impoverirà un’Italia che non cresce, creando maggiore disoccupazione e la necessità di tagli sempre più profondi allo stato sociale.
A meno che non si faccia qualcosa.

Dovremmo decidere quale modello di sviluppo adottare per il nostro paese e su questo investire. Scegliere l’industria (come la Germania), oppure i servizi (come l’Inghilterra), oppure un modello misto (come la Francia); puntare sul turismo e sul patrimonio culturale e artistico: oggi facciamo di tutto senza eccellere in molto.

Oltre alle scelte di fondo su cui puntare, dovremo rimuovere alcune zavorre che frenano la crescita dell’Italia.
La burocrazia e la lentezza della giustizia che ostacolano gli investimenti.
Il fisco troppo pesante per le aziende e per il lavoro.
Il costo dell’energia.
Le infrastrutture inesistenti al sud e insufficienti al nord.

Se non interveniamo il declino già in atto sarà irreversibile.

La realizzazione della Brebemi fa parte di questo ragionamento. Prima di decidere di essere contrari o favorevoli all’opera dobbiamo chiederci se serve a migliorare le condizioni dello sviluppo della nostra regione e del nostro paese. Io credo di sì e per questo sono favorevole alla sua costruzione.

Ci poteva essere un’alternativa (il raddoppio della rivoltana)? Probabilmente si, ma non avremmo risolto i problemi da Mozzanica a Brescia. Raddopiare anche lì? Ma allora l’impatto ambientale non sarebbe stato anche peggiore e magari meno utile? Quanti campi o cascine avremmo dovuto sacrificare anche in quell’ipotesi.

Nella predisposizione del progetto, certamente Brebemi avrà curato maggormente i suoi interessi piuttosto che l’impatto ambientale o quelli della collettività; in questo caso dovrebbe essere lo Stato e la sua burocrazia a difendere gli interessi dei singoli o delle aziende toccate e qui, lo so, ci potrebbe essere molto da dire e da recriminare.

La Brebemi, inoltre, senza la Tem è inutile, ma la Tem verrà fatta: con tempi lunghi, problemi con i singoli o le comunità, ma verrà fatta.
Ci sarebbero milioni di motivi per cui lamentarsi, recriminare o sfogare il proprio scontento, ma tutto questo non può essere un alibili per non fare mai niente.

Infine ho scoperto che la Brebemi passava nei campi della cascina e dentro il mio salotto di casa, che mi stravolgerà il paesaggio e con esso la vita. Potevo incazzarmi e urlare la mia contrarietà: sarei stato compreso, ma non sarebbe stato coerente.

Comodo essere favorevoli o contrari soltanto perchè ad essere toccato non è il tuo orto, ma quello di qualcun altro. Se chiedessi ai Barianesi se siano favorevoli alla costruzione di una strada alternativa che deviasse il traffico dal paese al suo esterno, la stragrande maggioranza direbbe di sì, ben sapendo che la realizzazione dell’ opera comporterebbe un sacrificio per una parte anche se piccola di loro. E’ sempre difficile conciliare gli interessi della collettività con quelli dei singoli; è difficile coniugare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale. Ma lo sforzo deve essere fatto perchè ne va del nostro futuro. Se non vogliamo essere più poveri (scelta assolutamente legittima) un prezzo lo dobbiamo pagare.

Chiedo solo che Istituzioni e Brebemi tutelino le famiglie e le aziende interessate dal progetto, che il suo impatto ambientale e sociale sia il meno gravoso possibile, che alla responsabilità dei cittadini corrisponda una serietà delle Istituzioni adeguata: non vorrei pagare due volte l’inettutudine di altri e ritrovarmi più asfalto e meno crescita.

Chiedo troppo? A volte il dubbio mi viene.
Ma il rischio lo devo correre: se tutti facessero la loro parte il nostro futuro sarebbe certamente migliore.