Su questo articolo dell’Eco di Bergamo è ben spiegata la bufera che ha coinvolto i lavori per la costruzione dell’autostrada.

Sotto il cantiere della Brebemi sarebbero stati messi rifiuti illeciti, usati per fare il sottofondo della strada invece di essere trattati nel centro di raccolta di Calcinate. Il vicepresidente del consiglio della Regione Lombardia, il 68enne bresciano Franco Nicoli Cristiani, appartenente al Pdl, è stato arrestato all’alba di mercoledì 30 novembre dai carabinieri di Brescia. In manette anche il presidente del gruppo Locatelli di Grumello del Monte, Pierluca Locatelli, e il coordinatore degli staff della direzione generale di Arpa Lombardia Giuseppe Rotondaro.

I tre sono accusati di corruzione e traffico illecito di rifiuti. Secondo l’accusa e le ricostruzioni effettuate dai carabinieri e dalla polizia, Locatelli avrebbe consegnato lo scorso 26 settembre 100 mila euro a Rotondaro, che sarebbero stati poi consegnati a Nicoli Cristiani. Denaro che le forze dell’ordine avrebbero trovato, secondo le loro dichiarazioni, nelle perquisizioni effettuate nello studio del politico: i soldi erano suddivisi in due buste ed erano in banconote da 500 euro. Sempre secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine il 30 settembre scorso Locatelli avrebbe anche consegnato 10 mila euro a Rotondaro. Queste presunte tangenti, secondo l’accusa, sarebbero servite per permettere alla Locatelli di avere le autorizzazioni necessarie per l’apertura di una cava a Cappella Cantone, nel Cremonese, nei fatti trasformata in discarica di amianto.  Sequestrati anche la cava-discarica di amianto, a Cappella Cantone nel Cremonese – sotto la gestione della Cave Nord Srl del Gruppo Locatelli -, un impianto di trattamento rifiuti a Calcinate, in località Biancinella – anche questo sotto la gestione della Locatelli – e due cantieri della Brebemi: uno a Fara Olivana con Sola e uno a Cassano d’Adda. Questi ultimi tre sequestri si rifanno al filone d’indagine relativo alla questione dell’uso illecito dei rifiuti sotto il manto stradale della Brebemi. I lavori sono stati sospesi e, con essi, anche i Lavoratori interessati alla realizzazione della Brebemi.

Evidentemente il vizio italiano delle tangenti ancora non ha abbandonato politici e imprenditori. Quello che però fa ancora più rabbia è che le tangenti circolino a scapito della salute dei cittadini. Ora molte forze politiche, la Regione Lombardia, i sindaci dei comuni bergamaschi interessati dal passaggio della Brebemi, tutti si premurano di dichiarare e di augurarsi la ripresa dei lavori in tempi brevi: un’opera come la Brebemi non può essere fermata perchè troppo importante per la viabilità e lo sviluppo delle zone attraversate. Vero, e l’ho sempre sostenuto, ma non a scapito della nostra salute.

Sono ancora troppi gli interrogativi ai quali bisogna rispondere con certezza. In quali tratti della Brebemi sono stati interrati i rifiuti tossici? Sono stati bloccati i cantieri di Fara Olivana e Cassano, ma siamo sicuri che negli altri tratti non ci siano irregolarità? Sappiamo che gli accertamenti si stanno facendo (abbiamo visto prelevare dei campioni di materiale) e speriamo davvero che i risultati siano comunicati con trasparenza, anche se diventa sempre più difficile dare fiducia a un sistema che inganna giorno per giorno. Vogliamo che la Magistratura e le Forze dell’ordine facciano interamente le indagini del caso, che tutti i rifiuti tossici vengano rimossi prima che i lavori riprendano perchè non vogliamo che un manto di asfalto ricopra le malefatte di gente irresponsabile e l’avvelenamento di tutta la falda acquifera e nostro. Solo dopo potranno riprendere i lavori. Faremo tutto il possibile per difendere la nostra salute, compreso il costituirci parte civile contro i responsabili di tali nefandezze.