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I lavori sui cantieri sui quali non è intervenuta la Locatelli possono proseguire
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a questione è chiusa. I cantieri della Brebemi non fornti dalle aziende del gruppo Locatelli, in tutto 26 km dei 34 originariamente sequestrati, vanno avanti.

Rallentamenti «giudiziari», almeno con riferimento al procedimento a carico di Pierluca Locatelli e di altri sette indagati (tutti suoi dipendenti), non sono più ammessi.

La Corte di Cassazione, sollecitata dalla Procura, ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso contro il provvedimento di dissequestro a firma del tribunale del Riesame. E ci ha messo una pietra sopra.

Per accertare quel che sta sotto la direttissima Brescia-Milano gli inquirenti potranno contare solo sui cantieri ancora sigillati: gli otto chilometri sui quali gli uomini della Locatelli, stando ai pm Silvia Ronardi e Carla Canaia, avrebbero riversato scorie industriali. Secondo l’accusa nel sottofondo stradale, al posto di materiale inerte e trattato, come previsto da capitolato, l’azienda bergamasca fornì asfalto fresato, scorie e resine industriali nocive per la salute.

Per accertarne la presenza sono stati conferiti incarichi a periti. I carotaggi eseguiti nei cantieri finiti e rimasti sotto sequestro serviranno a stabilire se e in che misura gli indagati devono essere chiamati a rispondere di traffico illecito di rifiuti, frode in pubbliche forniture e truffa.