Lavori sulla Treviglio – Pioltello
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al luglio 2013 alla primavera 2015, per lavori da 11 milioni e 300 mila euro. Questi i tempi e i costi di realizzazione delle opere complementari che a Treviglio sono connesse al quadruplicamento della tratta ferroviaria, tra la stazione centrale e lo scalo milanese di Pioltello.
Il cronoprogramma è stato illustrato durante l’incontro tra i referenti del settore comunale ai lavori pubblici e i rappresentanti di Rete ferroviaria italiana e Italfer. Si tratta di interventi a carico di Ufi che ha fissato nel luglio 2013 il via dei lavori destinati a essere ultimati per l’Expo.
I progetti rientrano nell’accordo di programma datato 1995 e concluso solo nel dicembre dello scorso anno: saranno determinanti per migliorare la circolazione di veicoli, pedoni e ciclisti, con percorsi sovrastanti e sottostanti la linea ferroviaria Milano-Venezia.

Cavalcavia prioritario
Il Comune aveva spronato Rfi affinché venissero date priorità alle opere programmate, prima fra tutte il cavalcavia ciclopedonale in prossimità dell’ex ditta chimica Baslini, e così è stato. L’intervento prevede entro la fine del 2013 la formazione di un sovrappasso che collegherà la rotatoria di viale Monte Grappa a quella sud della zona Pip 1, superando in sicurezza la ferrovia.
Un tragitto lungo 700 metri che andrà ad affiancarsi, sul lato ovest, a quello veicolare già esistente.

Il secondo intervento riguarda la formazione di un sottopasso ciclopedonale tra largo Vittorio Emanuele e via Canonica: sarà pronto nei primi mesi del 2014 e verrà posto su sede separata e a lato dell’esistente, poi destinato al passaggio dei veicoli. Conclusione dei lavori nel luglio 2014 per il nuovo sottopasso carrabile di via del Bosco che consentirà di collegare la zona in prossimità del Palafacchetti e dell’area Baslini al quartiere Ovest e quindi all’ex statale 11. Sempre in via del Bosco sarà completato l’allargamento dell’esistente collegamento viabile verso la zona del parco del Roccolo.

Sottopasso alla stazione
Un lavoro quest’ultimo destinato a essere concluso nel settembre 2014, insieme al completamento del sottopasso pedonale alla stazione ferroviaria centrale, che unisce via Murena, nella zona Pip 2, al parcheggio Turro. Qui saranno abbattute le barriere architettoniche, con rampe d’accesso per disabili al corridoio che porta alle scale dei nove binari, raggiungibili poi con i rispettivi ascensori.

Di notevole portata anche il sesto intervento in ordine cronologico. Sarà pronto nell’aprile 2015 e servirà per dare forma a un nuovo sottopassaggio veicolare in via Redipuglia, al posto di quello in uso che verrà invece destinato a ciclisti e pedoni.

Ulteriori problemi per la Tav
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rescia torna alla carica e vuole modificare il progetto iniziale convogliando il tracciato del treno dell’alta velocità dal Basso Garda alla provincia di Mantova attraverso una mozione del consigliere regionale Mauro Parolini discussa in Regione. Così se tutto questo venisse approvato, significherebbe che il tragitto toccherebbe parzialmente la parte sud delle Colline Moreniche, quindi si dovrebbe rivedere tutto il lavoro svolto fino ad oggi impiegando ulteriore tempo ma soprattutto risorse e proventi pubblici.

Nei confronti di Brescia, molti sono stati gli interventi dei vari politici mantovani i quali si sono schierati dalla parte del no, provocando per alcuni alcune spaccature all’interno dei partiti che rappresentano questioni di campanile. Ovviamente il parere più battagliero di tutti è quello del nascente comitato No Tav Alto Mantovano-Basso Garda: “Nei confronti di Brescia, il nostro è un atteggiamento di denuncia. Si stanno comportando in modo
spocchioso e anti-democratico e non accetteremo supinamente questo atto di prepotenza. Ci opporremo in tutti i modi possibili, a partire dal coinvolgimento di Confagricoltura e tutte le associazioni correlate, per metterli di fronte al disastro legato alla Tav per far capire che questo piano porterà via i terreni”. Ma insistono, l’azione più grave è stata commessa dalla Regione, in quanto ha ascoltato solo Brescia e non la provincia di Mantova e l’AltoMantovano.

Viene naturale, infine, porsi una domanda: come mai sono tutti favorevoli all’implementazione della Tav quando non passa nei propri territori, e quando invece si è sul punto di rendere operativo il progetto allora “ci si vuole liberare” della patata bollente?
Come sempre, le infrastrutture si possono fare, ma solo se passano nella casa di altri.