Poche speranze da parte dei due Comuni di riuscire a bloccare il progetto che serve per realizzare la linea ferroviaria Tav
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a cava di prestito della Tav è sempre più vicina. Nonostante i Comuni di Mozzanica e Fornovo stiano combattendo da mesi la loro battaglia contro il nuovo sito estrattivo, che sorgerà su un’area di 18,5 ettari (circa 25 campi da calcio) e fornirà 2,2 milioni di metri cubi di ghiaia, pare che ormai non ci sia più nulla da fare.

E’ quanto ha annunciato il sindaco di Fornovo Pier Luigi De Vita nel corso del Consiglio comunale di giovedì della scorsa settimana.
«Purtroppo ci è arrivata la comunicazione che è stato avviato il processo definitivo per la realizzazione della cava – ha detto il primo cittadino – E’ addirittura arrivata la convenzione che noi dovremmo firmare. Sinceramente ci sentiamo presi in giro, perché sembrava che ci potesse essere una soluzione alternativa».

Il sindaco ha poi ricordato i vari passaggi della vicenda, sottolineando la delibera del 29 marzo in cui il Consiglio comunale si esprimeva contro il progetto di Cepav 2, la società che realizzerà la cava di prestito al confine con Mozzanica.
«E invece – ha proseguito De Vita – nel testo della convenzione hanno scritto che noi abbiamo approvato favorevolmente il progetto, senza ovviamente indicare la data. Io questa cosa non la firmo…».
In base ai dati forniti dal primo cittadino in Aula, il Comune di Fornovo introiterà 44
centesimi per ogni metro cubo di ghiaia scavato. Per un totale di circa 400 mila euro. Una cifra che farebbe comodo di questi tempi, ma che non pare ingolosire l’Amministrazione comunale.

«Di certo non risolve i nostri problemi – ha sottolineato De Vita – Certo, se fossero stati 4 milioni di euro ci avremmo pensato, visto che dobbiamo costruire una nuova scuola…».

Anche sulla sponda mozzanichese il leit motiv è sempre lo stesso: no alla cava senza se e senza ma. «Ovviamente la Cepav 2 va avanti per la sua strada e ci ha già inviato la convenzione – ha spiegato il sindaco Massimo Alloni – Ma ovviamente non abbiamo intenzione di cedere. Proseguiremo la nostra battaglia per vie istituzionali, affinché si capisca che questo non è il luogo adatto per fare una cava. Siamo disposti anche ad azioni eclatanti: la gente è sensibile a questo tema e non sarà diffìcile portarla in piazza a protestare».

Dal Giornale di Treviglio