Inizia il suo iter la nuova Legge elettorale
Per la Camera dei Deputati:

Il modello prevede una distribuzione dei seggi con metodo proporzionale, con l’assegnazione di un premio di maggioranza eventuale e limitato e l’attribuzione dei seggi su base nazionale.
In particolare, alla lista o alla coalizione di liste che abbiano conseguito il maggior numero di voti viene attribuito un premio di maggioranza pari al 18% del totale dei seggi in palio.
Tale premio tuttavia viene assegnato esclusivamente se la lista o la coalizione di liste maggiore ha conseguito almeno il 35% dei consensi.
In seguito all’attribuzione del premio di maggioranza una lista o una coalizione di liste non può in ogni modo ottenere un numero di seggi superiore al 55%. L’eventuale parte del premio eccedente viene redistribuita fra le altre liste o coalizioni.
Qualora nessuna lista o coalizione di liste raggiunga la soglia, si svolge un secondo turno di ballottaggio fra le prime due liste o coalizioni di liste. Fra il primo e il secondo turno non sono possibili apparentamenti.
Alla lista o coalizione di liste che risulta vincitrice viene attribuito un premio di maggioranza pari al 53% del totale dei seggi in palio. I restanti seggi vengono distribuiti proporzionalmente a tutte le altre liste e coalizioni di liste.
Le soglie di sbarramento sono pari al 12% per le coalizioni, al 5% per le liste coalizzate e all’ 8% per le liste non coalizzate.
Sono introdotti criteri per evitare il fenomeno delle c.d. “liste civetta”.
I seggi vengono distribuiti su circoscrizioni molto piccole (da 4 a 5 seggi in palio al massimo), in modo che i nominativi dei candidati possano essere stampati direttamente sulla scheda.
Le liste sono bloccate e corte, per cui vale l’ordine di presentazione in lista ai fini dell’attribuzione dei seggi utilizzando criteri che garantiscano il riequilibrio di genere.

Per il Senato della Repubblica:
Fermo restando l’impegno ad eliminare l’elezione diretta dei membri del Senato, tuttavia, quale “clausola di salvaguardia”, occorre inserire delle disposizioni medio tempore applicabili anche per il Senato.
Per il Senato sono quindi stabilite le medesime modalità di assegnazione dei seggi, con le stesse percentuali e soglie di sbarramento della Camera.
Più in generale, l’impianto delle norme per il Senato è analogo a quello per la Camera.

La discussione sul testo normativo deve essere iniziata in Aula alla Camera entro il 27 gennaio 2014.

Compaiono norme per la tutela delle minoranze linguistiche e restano i seggi per i candidati eletti all’estero. Sono queste alcune delle soluzioni previste dal testo base della riforma elettorale, depositato dal presidente e relatore Francesco Paolo Sisto in commissione Affari costituzionali.

Non c’è la clausola Salva Lega

Il documento è sottoscritto da Pd, Forza Italia e Nuovo centrodestra. Scelta Civica ha annunciato che non avrebbe sottoscritto il testo pur riconoscendolo come testo base. Non c’è, nel testo base, la norma cosiddetta “salva Lega”, ipotizzata in un primo momento per tutelare i partiti radicati in alcune Regioni dalla tagliola delle soglie di sbarramento nazionali. Resta il nodo delle preferenze, che la minoranza Pd insiste a voler introdurre con un emendamento.

Sbloccato l’impasse, testo in Commissione

Da fonti Ncd viene spiegato che l’impasse che si era creato sul testo nel corso del pomeriggio é stato sbloccato grazie all’eliminazione dal testo della “clausola salva-Lega”, su cui ha premuto Forza Italia. Ncd, fino all’ultimo, ha posto come condizione della sottoscrizione la non presenza della norma pro-Lega, che alla fine è saltata.

Stop alle candidature multiple

«Nessun candidato può essere incluso in liste con il medesimo contrassegno o con diversi contrassegni in più di un collegio plurinominale», si legge nel testo depositato in Commissione.

Nelle liste il 50% di donne

Nelle liste scatta l’obbligo di riservare il 50% dei posti alle donne. «A pena di inammissibilità nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento con arrotondamento all’unità inferiore e nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere».

Il braccio di ferro sulla norma Salva Lega

L’arrivo in parlamento della proposta di legge elettorale assume per alcune ore i contorni del giallo. Infatti circola l’ipotesi che lo slittamento dell’arrivo del testo base in Commissione sia dovuto all’introduzione, su richiesta di Forza Italia, della cosiddetta norma “Salva Lega”. Una soluzione che, se fosse stata introdotta nel testo base – cosa che non è accaduta – avrebbe consentito l’ingresso in parlamento ai partiti che raggiungono la soglia dell’8% almeno in tre regioni. La proposta Renzi – Berlusconi fissa il limite al 5% per le liste coalizzate: se si andasse a votare con le nuove regole, il Carroccio rischierebbe di rimanere fuori.

Sisto: nessuna clausola Salva Lega

Alla fine è lo stesso Sisto a chiudere la partita. Nessuna clausola Salva Lega. «Presenterò questa sera il testo base della legge elettorale perché possa essere in Aula lunedì 27 gennaio – anticipa, prima di depositare il testo base in Commissione -. Questa è la data che, in assenza di formali delibere della Conferenza dei capigruppo che differiscano tale data, sarà rispettata. Quanto alle voci sulla presenza nel testo base di una clausola cosiddetta ‘”salva Lega”, posso riferire che si tratta di notizie prive di fondamento».

Romani: senza Salva Lega potrà esserci un problema

«Penso sia importante. Se non ci sarà potrà essere un problema», avverte qualche minuto dopo il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani, parlando della clausola al Tg3. Romani conferma anche la contrarietà di Fi alle preferenze: «Non mi sembra assolutamente che ci siano le condizioni per introdurle. Pacta sunt servanda».

Salvini: la Lega non ha bisogno di aiutini

Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini chiarisce: non abbiamo bisogno di leggi ad hoc. «Avviso ai dis-informatori di professione: la Lega non ha bisogno di “aiutini” o leggi elettorali fatte su misura. Il consenso lo chiediamo ai cittadini, alla luce del sole, non con accordi o accordini “salva Lega”», scrive su Facebook. «La Lega si occupa dei problemi del lavoro, lasciamo volentieri al Pd i litigi sulla legge elettorale e le chiacchiere, per fortuna solo quelle, della sciura Kyenge», aggiunge. Interviene anche Umberto Bossi: «Non mi piace Renzi, non mi piacciono gli accoltellatori», confida. «Lo sbarramento va fatto su base territoriale».

La minoranza Pd e il nodo preferenze

Intanto la minoranza del Pd annuncia battaglia contro le liste bloccate. La sua componente voterà contro la riforma elettorale? «No, chiederemo al gruppo Pd di discutere una serie di emendamenti migliorativi al testo e proporremo che sia tutto il gruppo a farli propri», risponde il presidente dimissionario del Pd Gianni Cuperlo, in un intervento a Otto e mezzo su La7. Tra i «punti delicati», Cuperlo indica «il diritto dei cittadini a scegliere i loro rappresentanti». E sottolinea che non ci saranno emendamenti della minoranza: «No alla logica correntizia».

Sel: se proposta non cambia votiamo no

Anche Sel chiude la porta alla nuova legge elettorale. Se arriva in Parlamento così come è stato presentato «noi di Sel voteremo contro l’Italicum», avverte ad Agorà il leader di Sel, Nichi Vendola. «Siamo di fronte – aggiunge – a un atteggiamento inaccettabile, quello del prendere o lasciare, sulla proposta della riforma del sistema elettorale».

Vedremo…