Avevo deciso di non scrivere nulla sullo scandalo che sta investendo la Cisl per i mega redditi di alcuni suoi Dirigenti, ma dopo alcune dichiarazioni che ho letto in questi ultimi giorni non mi va di astenermi dal dire la mia come semplice iscritto alla Cisl dal 1975.

Pezzotta e Bonanni
Con Savino Pezzotta ho un rapporto di stima e di affetto (non so se ricambiato) avendolo avuto come Segretario alla Cisl di Bergamo, alla Cisl lombarda e, infine, alla Cisl Confederale. Ovvio che fui molto dispiaciuto quando a Savino subentrò Bonanni alla guida della Cisl. Ho conosciuto meno Bonanni, anche se l’ho avuto come Segretario Generale per otto dei nove anni che ho fatto come Segretario nazionale della Fistel. Con onestà devo però dire che ho apprezzato Bonanni nella sua veste di Segretario Generale: meno attrezzato intellettualmente di Pezzotta, ma più concreto di Savino, mi dicevo e dicevo anche ai nostri iscritti.
Fino allo scandalo che attraverso di lui ci ha coinvolto tutti che, devo dire, mi ha colto completamente impreparato.
Non ritenevo da lui comportamenti di questo genere, non solo per essere “il capo” di un Sindacato come il nostro, ma anche per la sua fama di cattolico convinto e praticante.
Pezzotta non ha bisogno di essere difeso da me (lui è molto più capace di farlo), ma quando leggo che Bonanni ha definito “irresponsabili” le sue dichiarazioni, una considerazione mi viene spontanea: quando Bonanni ci spiegherà il perché del suo comportamento? Ad oggi non abbiamo ancora sentito niente da lui in proposito, nemmeno un tentativo di difesa pur sapendo del danno arrecato alla Cisl. Da lui mi aspetto questo, non considerazioni su Pezzotta!
Non sono in grado di dire se tutto sia cominciato con Bonanni, ma di una cosa sono certo: dall’etica e dalla moralità di Savino abbiamo solo da imparare.

La vicenda di oggi
Secondo il mio parere, il punto fondamentale è questo: è vero o non è vero che nella Cisl ci sono Dirigenti che percepiscono redditi delle entità che sono state denunciate?
La risposta alla domanda mi sembrerebbe di una semplicità disarmante: se le accuse fossero false andrebbero smentite con decisione, se le accuse fossero vere si dovrebbero ammettere e, a questo punto, sarebbe impossibile non intervenire.
Invece non ho ancora una risposta, ed è questa la mia preoccupazione maggiore.
Non vorrei si ripetesse una seconda vicenda Bonanni.

La Cisl sembra frenata
E invece si afferma che è appena stato approvato un regolamento che da settembre obbligatoriamente impedirebbe il ripetersi di simili situazioni. Ho letto affermazioni secondo le quali ”se verranno accertate gravi violazioni al regolamento” i colpevoli verranno allontanati. Che nella Cisl non esiste una questione morale e quindi non servono Commissioni di inchiesta. Che ci sono complotti. Che prima di uscire sui giornali è opportuno ricorrere agli organismi di controllo interni.
Mi sembra ci sia uno sforzo teso più a trovare un circolo di giustificazioni, piuttosto che affrontare decisamente il cuore del problema.
Ovvio che il nuovo regolamento sia importante; che i fatti vadano accertati (ma quanto tempo serve?).

Oggi però, tutto questo non basta più.

Intanto una proposta. Non so effettivamente se serva o meno una Commissione d’inchiesta fatta da persone senza incarichi politici o sindacali: per esperienza so che quello dei Probiviri non è sempre un organismo così autonomo e indipendente dall’Organizzazione come si vorrebbe far credere. La loro nomina avviene nei Congressi, ma sono proposti dalle stesse Segreterie che poi dovrebbero anche, nel caso, controllare. Sono persone, di solito, che hanno vissuto nella Cisl: c’è, credo, un evidente conflitto di interessi che andrebbe sanato. Spesso, rivolgersi a loro significa perdere in partenza. Sostituiamoli, loro sì, almeno ai livelli più alti, con persone esterne alla Cisl, di provata professionalità e moralità.

Indignarsi non basta
Chi vive dentro la Cisl sa che molti dirigenti faticano a farsi lo stipendio; sa che il tempo e le risorse dedicati dai delegati all’Organizzazione è molto di più del compenso economico ricevuto; sa che i casi denunciati sono delle eccezioni e non la normalità. Ma proprio perché la Cisl è un Sindacato sano dobbiamo avere il coraggio di affrontare la situazione con determinazione. Lo dobbiamo agli Iscritti, ai Delegati e ai tanti Dirigenti onesti.
Quando una vicenda come questa emerge nove mesi dopo il ciclone Bonanni, è chiaro che ad essere minata è la fiducia dei nostri iscritti e militanti verso tutto il quadro dirigente. La pazienza, quando non è fede, ha un limite: per molti iscritti la Cisl non è una fede, ma un Sindacato che produce risultati e tutele concreti e decenti.
Senza dire delle Controparti istituzionali o aziendali. Non solo, questi episodi ci fanno apparire agli occhi dell’opinione pubblica esattamente come la politica: chiediamo sacrifici al mondo del lavoro senza essere disposti a farli noi. I mezzi di informazione non distinguono il grano dal loglio, e non può essere questa l’immagine che diamo di noi.
Per questo non è sufficiente indignarsi, ma dobbiamo intervenire in tempi brevi

Nella Cisl c’è comunque una questione morale
Saranno casi isolati, e ne sono convinto, ma non dobbiamo sottovalutare il significato che possono avere per la Cisl. Se dopo il ciclone che ha interessato Bonanni, e con lui tutti noi, ci sono ancora persone alle quali non importa che la Cisl possa essere infangata a causa loro, significa che le stesse persone non hanno le qualità morali ed etiche che devono essere caratteristiche di chi fa sindacato. Significa che comunque antepongono il loro interesse personale a quello della Cisl. Ma non è finita. Possibile che nessuno intorno a loro sapesse? Questi atteggiamenti, voglio dire, presuppongono delle complicità; presuppongono un ambiente nel quale possono svilupparsi senza problemi. I casi isolati, e lo sono, vanno comunque oltre loro stessi e coinvolgono persone sicuramente oneste, che rispettano i regolamenti, che lavorano magari in volontariato per la Cisl, ma che semplicemente non hanno la voglia, la capacità o anche il coraggio di intervenire. Anch’io ho qualche rimprovero da farmi. Non diamo più spazio alle complicità, alle ambiguità, al coltivare gli egoismi personali, che siano interni o esterni all’organizzazione o da raggiungere attraverso il sindacato.

Abbiamo qualche problema da sistemare. Non nascondiamocelo.

Per questo dobbiamo intervenire: per ridare a tutta la Cisl la fierezza di affermare quello che in realtà siamo: un Sindacato capace, integro e di persone oneste.

In questi giorni, inoltre, mi sono fatto un’altra domanda: una persona ricca di suo può fare sindacato? Oppure può essere sindacalista solo chi percepisce un reddito inferiore o di poco superiore ai Lavoratori che rappresenta?
La domanda potrebbe sembrare peregrina, ma non credo sia così banale.
Anche la risposta, ovviamente, mi sembra scontata: fare sindacato non è una questione di reddito, se il reddito è costruito con onestà.
Non credo però che nel sindacato si possano avere pensioni da favola o stipendi da nababbo, ma che pensioni e stipendi debbano essere differenziati secondo le responsabilità, e dignitosi per sé e per la propria famiglia. Dignitosi, non altro. Se quindi il tuo lavoro fuori dal sindacato è lautamente retribuito, se vieni al sindacato non potrai avere lo stesso stipendio: lo farai con uno stipendio dignitoso e con passione. Se la tua pensione va dagli 80.000 euro in su, non puoi essertela guadagnata con il sindacato, che ha solo stipendi dignitosi, ma con il tuo lavoro prima del sindacato. Se poi oltre alla super pensione, magari guadagnata legittimamente, la Cisl ti deve un’altra montagna di soldi, allora no. Accontentati dei rimborsi per le spese, perché lì è il confine tra la passione e l’interesse personale, tra l’etica e l’egoismo, tra un Sindacato e un’azienda.

Queste sono le motivazioni che mi portano a una semplice conclusione: la Segreteria confederale faccia chiarezza in tempi brevissimi: smentisca in modo deciso o ammetta quanto denunciato da Scandola e allontani dalla Cisl tutte le persone che si trovano in quelle situazioni.
Se non lo farà allora il problema sarà, per quanto mi riguarda, la credibilità della Segreteria Confederale.
Non della Cisl.
Sono convinto che le cose verranno chiarite e che sapremo trasformare una difficoltà in opportunità.
La Cisl mi ha dato tutto. Noi che amiamo questo Sindacato non possiamo permettere che venga infangato proprio sui valori che ne costituiscono le fondamenta.

Ps: se non ci sarà smentita, Scandola, se ancora vorrà, facciamolo rientrare. Magari senza ricorso. O vogliamo guardare alla formalità e non alla sostanza?

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