Il Sole 24 Ore ha pubblicato in questi giorni una classifica dei redditi dichiarati nelle varie città italiane e il loro andamento dal 2010 al 2014.. Dal sito del giornale abbiamo recuperato i dati che riguardano Bariano.

Premessa

A

ccanto all’inflazione reale, che in questi anni è andata raffreddandosi fino a fermarsi, ce n’è una nascosta, che si accende quando i redditi vanno ancora più piano. È proprio quel che è successo fra 2010 e 2014, almeno per quel che riguarda i redditi dichiarati dagli italiani e diffusi pochi giorni fa dal ministero dell’Economia: l’Italia delle dichiarazioni, poi, continua a essere spaccata in due, ma la lunga crisi da cui il Paese sta faticosamente uscendo ha colpito a Nord come a Sud.

Il fenomeno emerge chiaro quando si mettono a confronto quelli del 2014, scritti nelle dichiarazioni raccolte dal fisco lo scorso anno, e li si confronta con quelli di quattro anni prima. In quattro anni, la dichiarazione media degli italiani è cresciuta del 4,3%, attestandosi negli ultimi dati a quota 24.240 euro (i redditi presi in considerazione sono quelli delle addizionali, che permettono l’analisi territoriale), ma con un’inflazione del periodo che è stata del 7,2% la flessione reale è del 2,7 per cento.
Peraltro – a sostenere il reddito disponibile delle famiglie – va poi conteggiato l’effetto del bonus Irpef da 80 euro, che non appare nelle statistiche sui redditi, essendo un bonus e non, tecnicamente, un taglio d’imposta.

Nella geografia dei guadagni, esce l’Italia divisa di sempre.
La provincia di Milano conferma il proprio primato e stacca ancora Roma, rincorsa da Monza, Bologna, Lecco, Parma e Bolzano. Nel Mezzogiorno, le dichiarazioni più ricche sono quelle presentate dai contribuenti di Napoli, che si ferma però alla casella 48 della classifica nazionale (era 42esima nel 2010).

Il rallentamento reale dei redditi costa anche allo Stato, che incassa meno Irpef, mentre Regioni e Comuni vanno decisamente in senso contrario grazie agli aumenti di aliquota. L’imposta statale, però, vale più dei nove decimi del totale, per cui il conto complessivo è in rosso: fra 2010 e 2014 l’Irpef totale dovuta è salita da 161 a 167 miliardi, ma il suo “potere d’acquisto” si è alleggerito del 3,3 per cento. L’incrocio di richieste centrali e locali, però, fa in modo che le imposte non siano troppo fedeli nel seguire la curva dei guadagni. L’aliquota reale, cioè il rapporto fra reddito dichiarato e Irpef totale dovuta, mostra che i contribuenti più tassati sono i brianzoli, chiamati a dedicare all’imposta il 23,6% dei propri guadagni anche se le loro dichiarazioni si fermano in media 4mila euro sotto quelle dei vicini milanesi, che pagano “solo” il 23,4 per cento. Nel Medio Campidano, dove si registrano i redditi ufficiali più bassi d’Italia, l’imposta chiede invece poco più di un sesto di quanto dichiarato.

Sintesi dal Sole 24 Ore – gianni.trovati@ilsole24ore.com

I dati del Sole

E Bariano?

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