Con quale legge elettorale, con quali collegi, per eleggere quanti parlamentari.

Da quando quando il presidente la Repubblica scioglie le camere ci sono 70 giorni per avere un’elezione. Il Presidente Sergio Mattarella ha stabilito che le elezioni si tengano il 25 settembre 2022.

La legge elettorale con la quale si andrà a votare sarà la stessa del 2018: è una legge elettorale che si chiama Rosatellum e comporta un sistema misto, in parte uninominale e in parte proporzionale.

Il territorio italiano viene diviso in collegi, porzioni di territorio che hanno più o meno la stessa popolazione, e questi collegi nella parte uninominale comportano che ogni partito o coalizione, perché i partiti possono coalizzarsi, presenti un solo candidato. Il candidato che viene eletto in quel collegio, perché ogni collegio elegge un solo candidato, è quello che prende almeno un voto in più degli altri candidati e quindi, per questo, è importante avere delle coalizioni molto ampie: si può vincere la parte uninominale anche col 10% se ci sono altri 50 candidati che prendono meno del 10%, oppure serve il 51 perché se ce ne sono soltanto due bisogna avere praticamente la metà +1. 

Con lo stesso voto nostro però si eleggono i parlamentari con metodo proporzionale: ogni partito-coalizione presenta una lista di candidati, non un solo candidato, ma una lista di candidati; si contano i voti ricevuti da ogni lista e ogni lista, ogni partito-coalizione quindi elegge un numero di parlamentari proporzionale ai voti ottenuti. Nella parte proporzionale, chi prende il 10% elegge il 10% dei parlamentari; la cosa importante da sapere è che ognuno può esprimere un solo voto che va sia al candidato con il suo collegio nella quota maggioritaria uninominale, sia alla lista che lo appoggia per la quota proporzionale. Non si possono votare due partiti-colaizioni diversi.

Si vota con una scheda per la camera e una scheda per il Senato; non c’è più limite di età per il Senato, quindi anche i diciottenni possono votare per il Senato.

Ci sono due soglie di sbarramento: i partiti singoli dovranno ottenere almeno il 3% dei voti su base nazionale, mentre se i partiti si presentano invece alleati in una coalizione, questa dovrà raggiungere almeno il 10% dei voti su base nazionale. Se i partiti (o le coalizioni) non raggiungono queste soglie non avranno alcun parlamentare.

Questo che andremo ad eleggere è anche il primo parlamento di taglia ridotta, visto che abbiamo tagliato il numero dei parlamentari con una riforma costituzionale nel corso di questa legislatura. 

I collegi sono stati ridisegnati dal ministero dell’interno nel 2020 con una commissione di esperti presieduta dal presidente dell’Istat; è stato un lavoro fatto almeno con l’intenzione dell’indipendenza, anche se il parlamento può sempre metterci bocca.

Si vota quindi per eleggere 400 deputati alla camera, di cui 245 nella quota proporzionale, 147 nella quota uninominale, 8 eletti all’estero e poi 200 senatori in totale di cui 122 nella quota proporzionale, 74 nella quota uninominale, 4 eletti all’estero.

Tutte queste cose in teoria possono ancora cambiare perché il parlamento può ancora cambiare le legge elettorale, anche se praticamente è molto improbabile che accada.

Pertanto andremo a votare con questa legge.