Matteo Renzi è l’unico candidato alla Presidenza di Italia Viva; il congresso, che si svolgerà oggi, 15 ottobre 2023,  lo eleggerà come il primo Presidente del partito che ha fondato. 

Ma non lo resterà a lungo.

Mi rendo conto che queste mie affermazioni possano minare quel poco di credibilità che ancora mi resta, se mai l’ho avuta, nel prevedere quello che potrà succedere nell’agone della politica italiana. 

È possibile che l’età avanzata possa prendere il sopravvento sulla lucidità di analisi; è possibile, anche, che il mio essere un ex sidacalista mi aiuti a sbagliare tutte le previsioni politiche per annoverarmi tra i fallimenti che hanno caratterizzato tutti i sindacalisti che si sono dati alla politica: quello che so è che azzeccare o meno una previsione non è così importante per me, poichè ciò che conta è l’esprimere il proprio pensiero specialmente sulla parte politica che più ci sta a cuore. 

E allora, cerco di spiegarmi.

Renzi, con tutti i suoi difetti, non solo è il miglior politico di Italia Viva, ma è indubbiamente il migliore anche in Italia.

È stato il Presidente del Consiglio dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016 e credo abbia capito una cosa: nei prossimi anni, parecchi, non riuscirà più a ripetere quella esperienza, l’unica a cui terrebbe veramente.

Credo, inoltre, che per chi è stato Presidente del Consiglio, un posto da ministro, anche se importante, in un Governo di coalizione non sia una prospettiva particolarmente attraente.

Per questo, Renzi punta a un ruolo decisivo in Europa.

Ce la può fare, anche perchè lui è davvero un leader e, oltre a Macron, non ne vedo altri nel nostro continente. 

Ma deve superare lo scoglio delle elezioni.

Quando con Calenda diede vita al Terzo Polo, lui fece volentieri un passo indietro rispetto alla leadership, perchè questo non interferiva con le sue aspirazioni: gli bastava essere il leader riconosciuto senza essere quello eletto.

Il buon risultato ottenuto alle politiche dello scorso anno confermava questa sua intenzione, che si è mantenuta almeno sino a quando, Calenda, non ha manifestato apertamente la voglia di essere il capo indiscusso del Terzo Polo, sia dal punto di vista politico che economico. E poi, eliminare la Leopolda? Il luogo dove Renzi, oltre al resto, legittima e rafforza la sua leadership? Questo sì, poteva interferire con le aspirazioni di Renzi, che mai, giustamente e visto il livello dei personaggi in campo, avrebbe “contrattato” il suo futuro con Calenda.

Finita l’esperienza del Terzo Polo, Renzi ha cominciato a correre senza soffermarsi più di tanto sulla ricerca del colpevole.

Da allora è stata una continua accelerazione come gli suggerisce la sua indole.

Ha convocato i Congressi di Italia Viva: a ottobre 23 quelli territoriali, dopo le europee del 24 quello nazionale. Date strane, troppo distanti, ma credo ben ponderate. 

In realtà non credo che lui, in quella fase, volesse candidarsi alla Presidenza del partito: gli bastava essere stato eletto al Parlamento Europeo: gli bastava un Presidente “fidato”.

La richiesta di anticipare la data del Congresso nazionale avanzata da Marattin e Bonetti ha cambiato, anche se di poco, le carte in tavola; Renzi ha accettato la richiesta, ma, a quel punto, si è presentato come candidato alla presidenza: ha capito che per superare la soglia del 4% alle elezioni europee, doveva riprendere in mano l’iniziativa politica in prima persona.

Così ha lanciato il Centro senza tanti confronti preliminari.

Ancora una volta si gioca l’osso del collo: se sarà eletto, come auspico, allora comincerà la scalata alla leadership dell’Europa, se non lo sarà, cominceranno tempi bui per lui e per Italia Viva.

Se Strasburgo sarà la sua nuova casa, non credo che a Renzi possa interessare la presidenza di Italia Viva: loro, Matteo e Luigi, lo sanno già, altrimenti non mi spiego il documento di Marattin, l’unico, presentato solo come contributo e senza la sua candidatura.

Renzi in Europa, Marattin in Italia Viva: una previsione, o forse solo un desiderio, che mi auguro si possa realizzare.

E se mi sbaglio, se tutto quello che prevedo non succederà, bisognerà farlo in ogni caso, comunque vada.

Luigi